La casa per tutti

Furlani: “La progettazione inclusiva e senza barriere deve essere la normalità, non l’eccezione”.

Barriere architettoniche e progettazione inclusiva: progettare oltre gli obblighi minimi previsti dalla legge del 1989. La legge è una ma le disabilità sono tante, come fare per rispondere a tutti?

Tuvaichepuoi nasce con l’intento di offrire soluzioni e consigli prendendo spunto dall’ Universal Design (Progettazione Universale) per agevolare la mobilità delle persone nell’appropriazione dei loro spazi fisici.

A tal fine, è stato progettato uno strumento di misura del livello di accessibilità e inclusione adatto anche ad edifici condominiali e case private.

È giunta l’ora di uscire dall’ottica di appartenenza ad una professione per aprire la visione ad un’ottica di collaborazione tra professioni diverse che fino a qualche tempo fa sembrava non avessero niente in comune: parliamo di tecnici e clinici.

Come? Il tema della progettazione inclusiva, con il superamento progettuale delle “barriere architettoniche”, rappresenta il futuro sempre più tangibile sui tavoli delle istituzioni regionali, nazionali ed europee. Il superamento delle barriere non è solo fisico ma soprattutto sociale. La collaborazione tra le diverse figure professionali dell’ambito dell’edilizia e dell’ambito clinico permetterà l’innesco di un circolo virtuoso fatto di sensibilità e comunicazione tra chi conosce le soluzioni al disagio, chi ha le competenze tecniche e chi sperimenta la disabilità nella quotidianità.

Perché la necessità di uno strumento di valutazione dell’accessibilità? A distanza di circa tre decadi dall’emanazione della legge n. 13 del 1989, che ha introdotto i requisiti di accessibilità con un approccio di tipo prestazionale, e a circa dieci anni dalla legge n. 18 del 2009, che ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, come rispondere alle pressanti esigenze di fruibilità di spazi e servizi in una società dove i continui mutamenti sociali e demografici richiedono risposte sostenibili e inclusive?

ALL INCLUSION SCALE 1.0 Ⓒ

Dopo tre anni di sperimentazione basata su consultazioni di un comitato scientifico formato da varie figure del settore, è nata la prima scala di valutazione per l’accessibilità degli edifici pubblici e privati e che, in maniera semplice, visualizza i punti principali di intervento per identificare soluzioni di superamento delle barriere architettoniche ispirandosi al principio “minima spesa, massima resa” . All Inclusion deriva da “All-inclusive” significa “tutto incluso” , un posto pensato dove è tutto compreso per tutti; dove tutto è a misura di tutti senza distinzioni. Ogni persona è un progetto di vita in evoluzione ed ha il dovere di ricercare le condizioni di uno sviluppo attento ai propri bisogni, a quelli degli altri e dell’ambiente.

Cosa facciamo nel concreto?

Analisi di soluzioni spaziali consigliando le ditte migliori e gli strumenti più innovativi per una casa su misura. dove al primo posto resta l’autonomia della persona e la sua massima sicurezza.

“E’ questo che si richiede all’uomo, che giovi agli altri uomini; se è possibile, a molti, se no, a pochi, se neanche questo può avvenire, giovi a chi gli è più vicino, se non è possibile, a se stesso. Perché, quando si rende utile agli altri, svolge un servizio pubblico” (Seneca)