Questa volta le furbate di Tuvaichepuoi non sono dedicate ai nostri amici disabili ma ai negozianti, perché a tutti piace fare shopping e farlo da soli (e senza tanti problemi) è ancora più bello, ecco quindi come essere un negoziante inclusivo e alcuni suggerimenti per esserlo.
Scaffali troppo alti, corsie spesso invase da scatoloni in attesa di svuotamento, camerini per le prove stretti come scatole di sardine.
Sono tutte criticità che rendono la vita difficile non solo a chi si muove in carrozzina ma anche alla mamma che spinge un passeggino, al cliente di una certa età o a quello “con la pancia importante” e che finiscono con desistere dall’entrare nel negozio e rivolgersi altrove per i propri acquisti.
Cari negozianti, questi piccoli accorgimenti vi potranno aiutare ad ampliare la platea dei vostri clienti senza spese spropositate, ricordando il nostro motto: “Massima resa, minima spesa!”
Partiamo dunque con le nostre furbate per essere un negoziante inclusivo:
- Dotatevi di una rampa mobile
Se all’entrata del vostro negozio è presente una soglia (anche se di qualche centimetro) agevolate l’accesso istallando una rampa mobile, da posizionare al momento dell’apertura e togliere alla chiusura. Aiuterà i vostri clienti e vi faciliterà la vita nel carico\scarico delle merci: la vostra schiena vi ringrazierà, vedrete!
Altra dritta: la porta d’ingresso dei nostri sogni è sicuramente la porta scorrevole automatica, ma laddove non è possibile una buona soluzione può essere una porta leggera, con la maniglia posizionata a 90cm da terra.
- Sistemate gli espositori lasciando almeno uno spazio libero di 90 cm nella corsia:
L’ordine è uno dei migliori biglietti di visita! Evitate di lasciare a terra gli scatoloni dei vostri prodotti in attesa di distribuirli nelle scaffalature, relegando questa attività agli orari di chiusura del negozio. Veniamo per fare shopping…lo slalom lasciamolo alle piste da sci!
- Mettete a disposizione dei vostri clienti delle pinze per prendere gli oggetti
La disposizione dei prodotti sugli scaffali non è mai casuale ma è frutto di studi di marketing alla ricerca di precisi comportamenti di acquisto: il prodotto di punta va posizionato dove più facilmente cade l’occhio. Ora, a tutti piace poter guardare bene l’oggetto dei nostri desideri, toccarlo per innamorarcene perdutamente, perciò diamo la possibilità a tutti di accedere a ciò che posizionate nei piani più alti o nei cestoni e ricordate che la zona di più facile accesso per chi è in carrozzina è la fascia tra i 40 ei 140cm da terra. Questa pinza può aiutare il cliente ad afferrare ciò a cui non arriva.
Altra dritta, questa volta però rivolta ai clienti: portate con voi, in borsa, uno specchio con la maniglia
Vi sarà utilissimo per vedere dentro i cestoni, al di fuori del vostro campo visivo.
- Predisponete almeno 1 camerino di prova ampio, magari unendone due di piccolini.
Il camerino dovrebbe essere ampio e protetto da tende piombate oppure, se lo spazio lo consente, si può realizzare un camerino chiuso da una porta scorrevole, dove le persone in carrozzina possono cambiarsi con comodità o la mamma può entrare con il suo bimbo in passeggino. Ci piacciono tanto gli specchi a parete fino al pavimento e gli appendi-abiti disposti ad altezze diverse, a partire da 120cm da terra a salire ogni 20cm.
E adesso un consiglio per voi, amici di Tuvaichepuoi: fate leggere questo articolo al vostro negoziante di fiducia, alla vostra commessa preferita, quelli che vi sorridono sempre e che magari vorrebbero davvero darvi una mano ma non sanno da dove iniziare… Dai, proviamo a fare la prima mossa, chissà!!!
Si può davvero essere un negoziante inclusivo e un cliente super indaffarato nello shopping inclusivo !
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Vania
Sono Vania e sono una fisioterapista dell’Ospedale di Vignola.
Da sempre mi occupo di ausili e di adattamento dell’ambiente domestico: vado a domicilio a dare indicazioni e suggerimenti per rendere la casa a misura di disabile, nonchè ad addestrare i familiari e i care-giver alla corretta assistenza, rendendo così più facile la vita di chi assiste e di chi vive sulla propria pelle la disabilità.... [more]