Matera o meglio conosciuta come “la città fra i sassi” è un luogo magico, dove il tempo sembra essersi fermato e dove l’attenzione all’inclusione e all’accessibilità è stata davvero una grande sorpresa.

Scoprire percorsi inclusivi tra le case scavate nella roccia ( e non sui sassi) è un ‘opportunità da non farsi scappare.

Sono stata a fine Agosto con la mia famiglia , dopo che tanti di voi me l’avete segnalata, e sono riuscita a visitarla con una guida esperta , Romina che mi ha accompagnato tra le meraviglie e le curiosità di questa città sotterranea.

Siamo partiti da Piazza Vittorio Veneto nel centro storico di Matera. Mi ha colpito sapere che nella parte bassa dei sassi abitavano i poveri della città con in casa i loro animali da soma , coloro che vivevano di agricoltura e pastorizia. I ricchi nella parte alta, a livello di questa piazza.

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Piazza Vittorio Veneto è molto ampia e il pavimento piastrellato permette di muoversi senza problemi. La particolarità è che sembra marmo e quindi attenzione a non scivolare.

Da questa piazza si può vedere dalla balconata il Palombaro lungo, la più grande cisterna d’acqua piovana , dopo Istanbul. E’ questo che ha reso famosa la città , la capacità di creare un sistema di raccolta d’acqua piovana dell’intera città di Matera. Qui sono presenti scalini per scendere con corrimano laterale, alcune informazioni utili le potete trovare qui .

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Nel 1993 grazie a questo motivo diventa Patrimonio dell’Umanità, dopo essere stata per anni vergogna nazionale per come le persone vivevano insieme ai loro animali e per le condizioni igieniche dell’intera popolazione.

A pochi passi da questa piazza è presente una meravigliosa Balconata con visione del sasso barisano ( rivolto verso Bari), zona residenziale e commerciale. Il sasso Barisano si distribuisce nella parete settentrionale e si contraddistingue poichè è stato riqualificato con la riforma del 1950 con ambienti più costruiti che scavati .

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Il sasso Caveoso, che si trova a sud, è rimasto identico a prima della riforma ed è qui che sono presenti grotte scavate nella pietra.

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La particolarità da notare che mi ha colpito e ben visibile da questa balconata sono i piccoli arbusti di capperi che fuoriescono dalle pareti delle rocce . A questo livello per i non vedenti c’è la possibilità di toccare due tipi di roccia . C’ è inoltre una rampa per potersi affacciare al balcone .

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Proseguendo verso una via ricca di negozi e artigianato locale si arriva alla Chiesa di San Giovanni Battista.

Questa sembra una piccola navata di Notre-Dame , rimasta buia , piccola e raccolta . È stata la prima struttura sacra a sorgere fuori dalle mura della città. Facilmente accessibile attraverso una porta ampia e con piccolo dislivello di 1 cm . Una volta entrati, se si vuole vedere la chiesa in posizione centrale, basta passare tra la parete e i banchi per i fedeli passando da una larghezza di 65 cm.

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Proseguendo per via San Biagio e passando da una strettoia di circa 100 cm si possono osservare le particolarità nascoste di Matera come i decori delle prese d’aria di cucina e bagno. L’artigiano locale crea rosoni ad hoc per rendere bello e presentabile ogni aspetto della città.

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Passando per via S. Cesaria si resta per qualche metro in mezzo alla strada dove su un lato sono sono presenti automobili e anche parcheggi per disabili.

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Da qui si passa anche di fronte al ristorante STANO famoso per aver vinto al programma televisivo ” 4 ristoranti” condotto da Alessandro Borghese e si arriva in via D’Addozio dove si potrà vedere da ancora più vicino il sasso Barisano.

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Da qui si raggiunge la  Chiesa rupestre san Pietro Barisano. Una delle più grandi chiese della città di Matera risalente al XII-XIII secolo.

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All’interno è presente un putridarium (ambiente funerario provvisorio in cui i cadaveri dei frati defunti venivano collocati entro nicchie lungo le pareti con zona di raccolta per il deflusso dei liquidi cadaverici e dei resti in via di decomposizione). Questo luogo è sempre stato considerato sacro perchè rappresentava visivamente i vari stadi di dolorosa purificazione dell’anima del defunto nel suo viaggio verso l’eternità .

Questa chiesa ha un ingresso fruibile e ampi spazi all’interno.

Vi è la presenza di un pannello informativo multisensoriale e multimediale, raffigurante l’edificio e le sue caratteristiche distributive. Ciascun pannello integra più livelli di comunicazione e fruizione – visiva, tattile, uditiva – per comunicare in modo semplice la chiesa ad un pubblico il più possibile ampio.

Gli schermi televisivi presenti mostrano la zona sottostante (dov’è presente il putridarium) non accessibile per una disabilità motoria poiché vi è la presenza di una strettoia e scale ripide senza corrimano laterale .

 

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Vi è inoltre la disponibilità di QRcode ovunque per poter avere accesso a tutte le informazioni culturali.

I modellini presenti si possono scoperchiare così le persone non vedenti possono rendersi conto dell’edificio in cui sono.

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Segnalo che nello stesso modo anche le seguenti chiese offrono la stessa possibilità di inclusività:

  • Chiesa rupestre di Santa Lucia alle Malve
  • Chiese rupestri di Santa Maria de Idris e San Giovanni in Monterrone
  • Chiesa Cattedrale

E maggior informazioni sono consultabili qui.

Il percorso che ho fatto ha previsto altre due tappe molto interessanti ma non completamente accessibili. Poiché prevedono scalini e non rampe.

Una è la Casa Grotta di Via Fiorentini. Questa rappresenta fedelmente, il modus vivendi di una tipica famiglia materana, fino agli anni ’60, nel corso dei quali la stessa, è stata abbandonata. Il sito è stato ammobiliato con complementi di arredo originari dell’epoca. Molta cura è stata posta nell’allocazione di tali elementi, tant’è che, di primo acchito, l’impressione che riceve il visitatore è di quella di un ambiente in uso e non quella di un sito che riproduce una domus tipica della civiltà contadina materana.

Presenti sei gradoni con corrimano laterale per arrivare all’ingresso.

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Di fronte c’è un negozio che vende artigianato locale con la presenza di un modellino che raffigura tutta Matera realizzato da Eustachio Rizzi dal 1996 al 1999 in tufo, purtroppo per raggiungerlo è necessario fare delle scale.

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Infine la Casa grotta del Casalnuovo simile alla precedente ma per raggiungerla necessario fare diversi gradini e anche al suo interno visionare le aree è necessario fare gradini.

Questo sito è molto indicato invece per chi ha difficoltà visive poichè all’esterno è presente un modellino con scrittura Braille e al suo interno presenza di modellini in plastica e possibilità di attivare un meccanismo sonoro per sentire l’acqua che sgorga. Presenza inoltre di audioguida o di guida in LIS (lingua dei segni italiana) per le persone sordomute. Maggiori informazioni sono consultabili al loro sito qui.

Sono rimasta piacevolmente colpita dall’interesse di Matera di stare attenti all’inclusione. Il percorso segnalato per noi è un TUVAICHEPUOI.

Romina con l’aiuto di Luca ci hanno consigliato di mangiare in modo inclusivo nei posti seguenti  :

  • Le zite in cucina ( in pieno centro storico )
  • Burbaca (centro storico)
  • Birrificio Birfoot (in periferia con ottima birra artigianale)

Come hotel di alloggiare presso:

  • Il Nespolo
  • Palazzo Visconte
  • Gattini
  • L’ostello dei sassi
  • Hotel del campo
  • Barracuda
  • Fra i sassi residence
  • E dove siamo stati noi hotel San Domenico

Non mi resta che augurarvi una buona vacanza all’insegna della cultura e dell’inclusione.
Grazie a Romina D’Attoma per essere stata una guida speciale , a Luca Petruzzellis per i consigli su dove mangiare e alloggiare e a Cristina Amenta per il materiale che mi ha inviato.

Un grazie speciale va inoltre a Rita Scalcione, ormai un’amica conosciuta sul web e finalmente di persona a Matera. Mi ha fatto conoscere un progetto meraviglioso a cui voglio dedicare qualche riga.

Silent City

Silent city è un’opera lirica di comunità originale creata – in ogni sua fase – da giovani, anziani e bambini della Basilicata e di Matera in particolare, guidati dal compositore Nigel Osborne, insieme ad artisti nazionali e internazionali.

E’ un gioco temporale in cui si raccontano due generazioni, quella di ieri e quella di oggi. È la storia di tre ragazzi che in un giorno di scuola fuggono nella parte più bassa e antica della loro città, la parte più silenziosa, tra le rocce secolari.

A causa di un avvenimento imprevisto i ragazzi incontreranno un ragazzo che non sa parlare e che chiameranno il ragazzo del silenzio.

Questo bambino li condurrà all’interno di una memoria del sottosuolo: la storia della città dimenticata. Un racconto sul processo di scoperta… non solo di una città, ma di una memoria collettiva.

La particolarità e la sua bellezza è che l’opera è stata concepita per essere aperta a tutti.

I temi dell’accessibilità e degli spazi teatrali sono stati al centro dell’ideazione del Teatro Temporaneo ad opera di Open Design School che ha ridisegnato lo spazio annullando il concetto di scenografia classica, che scompare per dare luogo ad una dimensione teatrale inedita che annulla la distanza tra azione e spettatore. Nel fare questo si è posto anche l’accento sul tema dell’accessibilità, dando vita ad un dispositivo aperto a tutti. Accessibili sono anche gli strumenti utilizzati per seguire il testo, pensati con un format molto innovativo.

L’opera è stata narrata nella Lingua dei Segni Italiana dai gesti di Consuelo Agnesi e audiodescritto per il pubblico non vedente, il quale ha potuto inoltre consultare il libretto in Braille

E’ stata data anche la possibilità di aprire i cancelli, prima della messa in scena, in modo da dare la possibilità di esplorare, attraverso tutti i sensi, lo spettacolo e il dietro le quinte.

Che dire ? Un’ attenzione davvero inclusiva e che presto verrà ripetuta non solo a Matera.

Se volete saperne di più ecco qui un video esplicativo di Silent City.

Pensare un teatro per tutti SI PUO’!

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Deborah

Io sono Deborah , sono tante cose ma sono soprattutto un’inguaribile sognatrice!!
Sono una fisioterapista e da quasi due anni coordinatrice presso la Medicina Riabilitativa dell’ospedale di Vignola (esatto, il paese famoso per le sue ciliegie e per la torta Barozzi!!) e da quest’anno docente presso l’UNIMORE con insegnamento della riabilitazione delle patologie neurologiche... [more]

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